ERO L'ACCENTO

ero l'accento sul po' mai il suo apostrofo
ero una quantità? No, ma giuravo coiti quanto le stelle nell'universo
ed era di pioggia, questa mia civetteria,
possente e acida, mentre scendeva a danneggiare il raccolto.
allora tu annegavi assieme alla frutta, e mi sembrava poetico
perché poeta mi sentivo io e l'inferno lo volevo con l'acqua.
era disprezzo della felicità sicuro, avevo un'anima corrotta,
tumefatta di me.
io volevo fare il libertino, sì! 
ma a tradirmi erano sempre gli afflati del miocardio e la tua compagnia, 
ora lo sosteneva e ora mi attribuiva lo status di privilegiato:
scatenavamo l'invidia degli uomini, così erano tutti partecipi del mio successo [...]

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