Pioggiamo da 48 ore

Pioggiamo da 48 ore
piombo leggero y tú mi cadi 
specie dal cuore
a me tomar el pelo
Que cerdo eres y que bestia parda
spero almeno  che non ti dispiaccia
s’io rendo  pubblico 
quest’abuso della  lingua
y esta rima privata
dei baci che mi hai dato
persino nel culo
perdonami amore
estoy muy incazzato.

me and you and facebook #1

- che maschera indossi oggi?

- uhm…una camicia di seta azzurra. Non so riconoscere le maschere quando sono calde. Te che maschera indossi?

- io indosso la mia faccia, che stasera ha l’aria di volere una camicia di seta azzurra per cuscino.

Il giardino di fiori di carta - cap. II, 2009

Quella mattina Anna si svegliò tutta sudata, in un letto vuoto. Accese la lampada sul comodino per guardare l’ora e capì che era ancora notte. 
Pensò che del sole non ci si potesse fidare e all’impossibilità che una notte durasse così a lungo; dopodichè non pensò più a nulla e fu subito a terra, con il capo riverso, contro il pavimento. 
Si era rotolata su un fianco tirandosi addosso il copriletto, il lenzuolo, l’abat-jour di ceramica e l’ardita sensazione di rialzarsi nuova.
In questa miseria del paesaggio i suoi occhi supplicavano l’anima per dar loro niente da vedere, perché gli occhi non guardano mai da soli.
Per tutta la notte avevano temuto le lacrime -sintesi della storia- ma insofferenti alle bende, gli occhi di Anna si scoprirono all’alba per la capitolazione.
Al sorgere del sole la voglia di piangere fu per lei la stessa che l’aveva accompagnata tutta una vita, ammesso che ne abbia avuta un’altra in cui il pianto era sinonimo di capriccio.
Assai meno di un amante e poco più di un’amica, Anna era soprattutto la moglie di suo marito; era anche la madre dei suoi due figli, ma questo lei lo capiva benissimo, che si può essere madri senza essere mogli e che si può essere mogli senza essere amanti [...]

[manuel mines minnella, il giardino di fiori di carta -cap. II, 2009]

Il giardino di fiori di carta - cap. I, 2009

Certe mattine ti svegli, quando è ancora notte, accanto a una sconosciuta che dice di essere tua moglie. Ti tradisce da un anno con il primo che le è capitato; e il primo che le è capitato è più giovane della somma dell’età dei tuoi figli. 
Guardi l’orologio, vedi che sono le quattro e non te ne curi: alle cinque sarai ancora sveglio. Pensi che l’amante di tua moglie, solo perché dorme dove a te non riesce, incarni idealmente la dimensione del compagno che non sai essere ed è così dai tempi in cui hai iniziato a frequentarlo.
Scendi dal letto, senti il freddo che fanno le piastrelle in un brivido, in quella carezza di porcellana rara in cima al collo e sotto i capelli, ed è come farsela addosso, fino in fondo al corridoio.
Sposti l’interruttore: sul tavolo della cucina ci sono i rimasugli delle schifezze con cui sei solito intrattenerti quando tutti a casa dormono, a cominciare dalle impronte di Nutella sul tappeto chiaro.
Fissi quelle porcherie ansimando, hai le formiche in testa, ma ti sembra di ricostruire ugualmente il loro percorso fatto di briciole fino al bordo del lavello, dove l’acqua provvede sempre a ucciderne qualcuna. Qualcuna.
Qualcuna potrebbe essere una moglie tutte le mattine, o anche solo per qualche notte, ma nessuna donna può essere una moglie per sempre [...]

[manuel mines minnella, il giardino di fiori di carta - cap. I, 2009]

APPENA 83 EURO

Appena ottantatré euro
scesi da un treno
che non sapevo chi eri
(e non te lo chiesi)

Ho aspettato per piangerti
affinché tu non mi vedessi

oh, l’amour... 

Rigor mortis (la morte non ha sinonimi, solo numeri)

Il mio rapporto con la morte ha radici lontane non legate esclusivamente alla mia adolescenza, o alla mia morte [2].  Da bambino i funerali erano le passeggiate che facevo coi miei nonni materni. I morti [3] non mi facevano paura, al contrario, era l'idea che potessero sopravvivere alla morte [4] che mi procurava un disagio paragonabile all'orrore. Tutte le notti pregavo Gesù perché non mi tormentasse con la sua presenza (anche lui era un morto [5]). Smisi di pregare vent'anni più tardi, quando coprii di cipria il volto di mia nonna, morta [6]

vitamines 1991


A dieci anni vissi per molti mesi all'interno di un supermercato. Il supermercato era la mia casa e fuori della porta c'era la guerra nel Golfo Persico.
Potrei raccontarvi la psicosi che coinvolse la mia famiglia attraverso il numero di sacchetti della spesa che tenevamo ammassati in casa. La mia stanza era diventata il reparto bibite e succhi, quella dei miei, il ricovero di proteine e carboidrati. La carta igienica era tutta nel sottoscala, mentre in cucina c'erano i detersivi e i bagni schiuma al sandalo.
Quell'anno (1991) imparai il significato di nuovi termini quali rifugio antiatomico e ultimatum.

Disegnai su un foglio di carta un uomo sanguinante e una donna che lo piangeva, con un mazzo di fiori in mano. Attaccai il foglio sul finestrino posteriore dell'Opel Corsa di mia madre e lì restò, fino a quando lo scotch lo permise. Fu senza dubbio questa la mia prima manifestazione di dissenso. Ero un bambino comunista.


(manuel mines, GUERRA IN 54 SECONDI, giugno 2011)
my brother and me, Palermo, june 2012
webcam, 2012

NO Sé DONDE BUSCARTE

No sé dónde buscarte
no tengo mucho espacio para movérme
y tú debes estar bien escondido
en mi oscuridad
pero yo sé que estoy sentado
todo el día en ésa mi pérdida
escuchando una música
que me hace vivir tu ausencia

CHE LA SOLITUDINE


Che la solitudine fosse vera
sì per la mia
ma che la malinconia
avesse la tua faccia o il tuo numero
di telefono non sapevo
Da ieri ho allucinazioni uditive
Non sento più che non mi chiami

MI PESA

Mi pesa
avere due occhi
che non ti guardano
io non sono leggero
io ti vedo
ad occhi chiusi

59 KILI ALL'INGROSSO


59 kili all’ingrosso
Della mia carne
e paranoie
a prezzo stracciato
ma ricordati che ci sono
ancora
nelle tue mutande

SONO COME QUESTA NEVE


Sono come questa neve
che cadere non senti
Aspetto la fine del mondo
o il primo volo diretto MRS-PMO
Inverno ti riconosco
ti scivolai addosso su la Canabière
al ritorno da quella serata techno
Ma come puoi oggi tu essermi contro
se ti guardo da dietro un vetro
e neppure ti sfioro

CECI N'EST PAS

Ceci n'est pas une proposition d'amour
et je ne serai jamais nu
avec ma nudité
me voilà mi gira la testa
j'ai des vertiges
c'est toi, qui m'entoures
ce soir nous sommes XXX

[it]
Questa non è una proposta d'amore
e io non sarò mai nudo 
con la mia nudità
eccomi! mi gira la testa
ho le vertigini e sei tu
che mi circondi
stasera siamo XXX

NON TI CHIAMERò PIù AMORE


Non ti chiamerò più Amore
Questa debolezza, o eccesso di zucchero
Mi ha reso cattivo conoscitore di ansiolitici
e certo estraneo alla tua gastronomia ricca di sale
ma non saprei come altrimenti cercarti
il tuo vero nome ha una lettera muta
che m’oscura  il finale
mi gonfia d’aria  al primo boccone.
Io non di latte ho mole, ma di bava
mi dispero perché ho già sperato di potermi saziare
altrove invano
sono diventato una piccola bestia addomesticabile
che ora gira al largo delle tue carezze.
Non ti mostrerò più parti intime
ho zone erogene solo nei tuoi occhi
ma ti lascerò toccare una cosa che si chiama rifiuto
su questi lineamenti  votati all’amore.
Era ora che rimpiangessi la mia mandibola a caccia di morsi
grazie per il cazzotto!
Dio mi liberi da questa felicità sconcertante.

[fr]*

Je te ne rappellerai plus Mon Amour/Cette faiblesse, ou excès de sucre/m'a fait esclave des anxiolytiques/et étranger à ta gastronomie riches en sel/mais je ne sais pas comment te chercher/ton vrai nom a une lettre muette/
qui ne me fait pas voir la fin/

Je souffle de l'air à la première bouchée./
Pas de lait dans les dents, mais de la salive/
je désespère parce que j'espérais être capable de m’essayer/ d'ailleurs en vain/ Je suis devenu une petite bête apprivoisée qui échappe à tes caresses./je ne pourrai plus te montrer mes parties les plus intimes/mes zones érogènes sont seulement dans tes yeux/
mais je te laisserai toucher quelque chose qui s'appelle le rejet/
sur ces fonctionnalités votés  à l'amour/
maintenant  je regrette ma mâchoire chasseuse de piqûres/
merci pour le coup de poing!/
Dieu me délivrera de ce bonheur déroutant.

*merci Sylvain, pour la traduction

UNE PUTE NE DORT PAS


Une pute ne dort pas
Jamais
Une vrai pute encaisse
Ce matin, moi
Monsieur  Laputain
s’est réveillé  dans ton lit
Le sang était partout
Rouge
Et moi je  l’ai bu, tout
Après j’ai mis ta tête
dans mon sac
et j’ai tourné la clé
Escalier… beaucoup
Je t’ai laissé le corps
mon amour
La femme des ménages va arriver
A chacun son métier.

[it]
Una puttana non dorme mai
una vera puttana incassa
Stamattina, io
Il Signor Laputtana
si è svegliato nel tuo letto
Il sangue era rosso ovunque
e io l'ho bevuto, tutto
Poi ti ho messo la testa nella borsa
e ho chiuso a chiave, moltissime scale
mio amore ti ho lasciato il corpo
la donna di servizio arriverà tra poco
a ciascuno il suo compito

HO INGOIATO METRI DI COTONE


ho ingoiato metri di cotone
per imbastire il mio finale rococò
e un altro progetto è rimasto a metà
sulla punta della lingua
mi s'è aperto un taglio profondo
e tutto per volermi risolvere
immagino che la morte mi riguardi
più di ogni singolo anniversario
e non è un dettaglio
ho il viso rigato di calcare
il ventre gonfio di rischio e di filo
nessun motivo ma lo desidero
questo dolore 
.stop.

NON è STATA UNA BUONA IDEA


Non è stata una buona idea
darti una voce e delle parole
mi gridi negli occhi
E non vedo più la mia Itaca.
Je suis en train de vivre ma Odyssée
Ti dico
restituiscimi la sagoma.
Che  Penelope saresti
Se ti modellassi con le mie mani
E con della materia grigia.

Ho finto di dormire
Perché avevo “male al cuore”
Per questa seduzione della  lingua
potrei bruciare la prefettura oggi stesso.
Poi ho preso il biglietto
e ora sono sul 540 - La Solitude.
E suona vago questo nome
Fintantoché uno sogna, chérie
Ma è tutta colpa delle chat
Se mi sento così astratto.

Una gita finita male (quaderni dei '60)



La gita che racconto io è questa che un pomeriggio mia zia disse a mia madre se venivo con loro al mare. Mia madre non voleva, ma tanto fecimo che la convincemmo. E cosi l'indomani mattina ci svegliammo tutti presto ci abbiamo puliti e aspettavamo a mio zio che ci venisse a prenderci con la macchina. Dopo una mezzora che aspettavamo venne a prenderci con la sua famiglia
io ero felice perche mi trovavo in mezzo ai miei cugginetti. arrivato a mare abbiamo piantato lombrellone a terra e ci levammo i vestitini chi aveva i pantaloni corti chi il costume, ma io non ne avevo. Dovevo guardare solo il mare. Ma vicino alla spiaggia vi era un bar e delle persone che affittavano i costumi io me ne ho preso uno e me lo sono andato a mettere. Mi levai il vestito e mi andai a buttare a mare.
Ero molto felice perche era la prima volta che andavo a mare. Ma le mamme erano affaccendate per preparare la cena.
Quando fu pronta andammo a mangiare. Dopo pranzonzo andammo a fare qualche ballo in un ristorante vicino. Ma mancava solo mia cuggina e così tutti ci siamo messe a cercare abbiamo cercato quasi mezzora quando io e mio cuggino la vidimo che piangeva perche non sapeva dove andare la presimo per le mani e la portammo dal babbo il quale la rimproverò e da allora mio padre non ci vuole andare più. Questa è una gita finita male.

Maria Pitarresi
Scuola Elementare Don Milani, Villabate
1960-1965

Quale materia preferisco (quaderni dei '60)


La materia che a me piace molto è la geografia perche piace molto viaggiare. Vorrei conoscere, molte paesi lontani dal mio paese cosi se qualche volta mi capitasse, di viaggiare mi sentirei come se fosse a casa mia. Vorrei andare a Roma a vedere il circo dove uccidevano i cristiani e anche il palazzo del parlamento con un salto sono andata a finire sulle rive del fiume Po a vedere le sue acque limpide e gorgheggianti con un piccolo salto andare a finire sul grande diadema bianco che sono le alpi a vedere le belle vette con il loro mantello di ghiaccio. Vorrei andare a Pariggi per andare a visitare la torre di Effel. Poi a nuoto passare il canale della manica e andare a finire a londra a vedere la grande e bella chiesa di San Paolo. Ora dove devo andare vado in Norvegrgia a vedere tutti quei belli fiori con colori molto belli e vivaci come il rosso fuoco dei tulipani. Ora vado nel polo a vedere i Pinguini e grandi masse di ghiaccio, andare a Mosca a vedere i bei palazzi in America a vedere la bianca casa del presidente o in questa materia sola sono cosi brava nelle altre chisà se sono brava.

Maria Pitarresi
Scuola Elementare Don Milani, Villabate
1960-1965

La mamma mi perdonò (quaderni dei '60)



Una delle tante biricchinate che ora racconterò è questa. Che una mattina mia mamma doveva andare a Palermo è io restai sola a casa. Passai lo straccio, o rifatto i letti, rassettai la casa. ma mentre spolveravo il televisore non avevo visto che sopra vi era una bella farfalla di tanti colori di porcellana è spintola con la mano ando a finire per terra. Per giunta una ala della farfalla saltello e ando a levare un po di legno al mobbile io aggiustai alla meno peggio dove mancava il legno e la farfalla la incollai con la carta trasparente. Quando arrivo la mamma vedendo la casa in ordine mi disse che ero stata molto brava. Ma la sera vi era una trasmissione che alla mamma piaceva molto e ando ad accendere la televisione ma mentre accendeva il lumetto vide che la farfalla era stata incollata mi rimproverò severamente. È mi mando a letto io mi sentivo un nodo alla gola ma pensai che il giorno dopo la mamma era dinuovo allegra. Ma invece fu tutto alla rovescia mia mamma era ancora seccata. Io gli chiesi perdono. Ma la mamma mi disse che al lavoro si sta molto attenti e che ero stata maldestra. E io dissi alla mamma che non lo facevo più. Sempre capita ai bambini di fare qualche biricchinata.

Maria Pitarresi, voto: 4+
Scuola Elementare Don Milani Villabate
1960-1965

La mia mamma (quaderni dei 60)


La mia mamma si chiama Castello Nunzia, ha gli occhi castani, i capelli bruni, ed è robusta e bassa
La mia mamma lavora tutto il giorno e se dovessi raccontare tutto quello che fa non finirei più di scrivere. Lo racconto lo stesso, rifà i letti prepara il latte, e mi viene a chiamare dicendomi di alzarmi ma io non mi voglio alzare perche mi piace stare al calduccio ma la mamma afferra la copperta è mi tira fuori dal letto. Poi passa lo straccio spolvera i mobbili scopa cucina la pasta aggiusta i miei vestiti fa delle camicie per il papa e mette i bottoni dove mancano è ricama.
Quando a sera viene papà mangiamo assieme. Quando io mi sento male mi consola se ricevo qualche rimprovero la mamma mi dice che non devo farlo più. Quando sono malata. Quando sono malata ce sempre accanto a me la mamma che mi veglia. Poveri orfani! come sono tristi non hanno ne un abbraccio ne un bacio ne una carezza della mamma. E sempre bello avere l'amore della mamma. Perche di mamma ce ne una sola.

Maria Pitarresi voto: 4- 
Scuola Elementare Don Milani, Villabate
1960-1965

SENTIRAI PARLARE DI ME

Sentirai parlare di me
a incendio spento
Francia dei miei stivali
ho l'abitudine di mostrarmi
al buio io
che sono incline al vendicativo
e la minaccia mi eccita
di un'infiammazione
il giorno della tua festa nazionale*
Bon courage!


*14 luglio 1789 Presa della Bastiglia

HO TENDE ALL'UNCINETTO


ho tende all'uncinetto
come palpebre agli occhi
e mi vedo conchiglia
portare Venere a spasso
sul mio skateboard alla marinara
e non è pudica
anche lei ha il suo ricamo
ricci pubici a triangolo
ma le puzzano i piedi
e ha sbagliato smalto
dov'è il Rinascimento?
Non in camera da letto
lì ci siamo sempre
io e te, te ed io

SPESSO MI RUBANO

spesso mi rubano déjà-vu taciti
in giorni senza sintassi
moltiplicatori e divisori dell'io
insieme
una croce tre chiodi e me:
cristologia
morte tua vita mia
stanotte una pioggia lieve
inumidisce
la mia zolla di violenza

LA SERA RITORNARE

la sera ritornare a casa
con il desiderio
puerile di pisciarsi
addosso
la solitudine va trattata
di tanto in tanto
con l'ammoniaca

MI COMMUOVONO

mi commuovono il cinema
e la musica, se fatti bene
pudicamente i miei occhi
secernono
su un Kim Ki Duk,
o una canzone dei Radiohead

A RACCONTARTI

a raccontarti ciò che non sono
a fartelo credere
so che potrei,
ma difetto di misura
a corrisponderti con la retorica
ed ho paura,
quando mi scrivo con un taglierino,
sul petto, le definizioni di arte
perché non ho maniere d'inventarmi
che non facciano versare sangue.

SUONAMI COME

suonami come un Chopin a mezzanotte
ma non chiedermi mai
perché non suono come quel pianoforte
scrive il poeta, l'amore consuma le ossa
la passione si nutre di carne
eppure, quando non si hanno più i denti,
carne e ossanon sono lo stesso?
io sempre a digiuno resto e inseguendoti,
confesso mi perderei.
senti la musica nelle tue dita farsi patetica
e le parole mie scorrere, come titoli di coda,
ma non è la fine. 
verrò da te per cenare,
semmai usciremo da questo cinematografo

VI ACCOLGO

vi accolgo olezzo di porto,
musica in sottofondo
ti anelo terra promessa, divina provvidenza
forme della sera vi disegno in parole,
e colte lettere d'amore
liquore, ti bevo!
due tre cinque volte ti nego 
e ti peso, anima mia.
e più corro, meno zoppico

POST SCRIPTUM


         chi        
     si         
 ACCETTA 
   rimane
dissanguatO

ERO L'ACCENTO

ero l'accento sul po' mai il suo apostrofo
ero una quantità? No, ma giuravo coiti quanto le stelle nell'universo
ed era di pioggia, questa mia civetteria,
possente e acida, mentre scendeva a danneggiare il raccolto.
allora tu annegavi assieme alla frutta, e mi sembrava poetico
perché poeta mi sentivo io e l'inferno lo volevo con l'acqua.
era disprezzo della felicità sicuro, avevo un'anima corrotta,
tumefatta di me.
io volevo fare il libertino, sì! 
ma a tradirmi erano sempre gli afflati del miocardio e la tua compagnia, 
ora lo sosteneva e ora mi attribuiva lo status di privilegiato:
scatenavamo l'invidia degli uomini, così erano tutti partecipi del mio successo [...]

TEORIA DEI LIMITI (sull'impossibilità di dire)

     mi CENSORE 

        ti CENSORED
      lo CENSORED
      gli CENSORED
      la CENSORED
      le CENSORED
      ci CENSORED
      vi CENSORED
      li CENSORED
      le CENSORED

           censore

TEORIA DEI LIMITI (sull'impossibilità di scrivere)



  C'è che [manca testo]





                                                                                                                                                 

TEORIA DEI LIMITI (sulle possibilità della vista)

             CHI  e  D   i o     
                               risponderò


                 succo di limone
                            al passaggio del mouse