Il mio rapporto con la morte ha radici lontane non legate esclusivamente alla mia adolescenza, o alla mia morte [2]. Da bambino i funerali erano le passeggiate che facevo coi miei nonni materni. I morti [3] non mi facevano paura, al contrario, era l'idea che potessero sopravvivere alla morte [4] che mi procurava un disagio paragonabile all'orrore. Tutte le notti pregavo Gesù perché non mi tormentasse con la sua presenza (anche lui era un morto [5]). Smisi di pregare vent'anni più tardi, quando coprii di cipria il volto di mia nonna, morta [6] |
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